Kues, 1401 – Todi, 11 agosto 1464
Cusano afferma che tutta la sapienza umana è una “dotta ignoranza” rispetto all’essenza del divino.
Infatti l’uomo può conoscere solo ciò che è finito procedendo da ciò che è già noto a ciò che ancora non lo è.
L’infinità di Dio però sfugge a qualsiasi umano concetto.
In quanto infinito, Dio contiene in sé sia il massimo (la totalità) che il minimo.
In Lui coincidono la parte e il tutto nel senso che tutte le cose sono in Dio e Dio si esplica in tutte le cose.
In Dio tutto è centro e periferia e gli opposti si fondono (coincidentia oppositorum).
Noi possiamo dire di Dio solo ciò che egli non è (teologia negativa).
Compito dell’uomo riguardo alla conoscenza è l’esercizio della ragione, pur nella consapevolezza dei suoi limiti.
Dal concetto di infinito derivano alcune conseguenze cosmologiche che anticipano Copernico e Galilei.
In particolare per Cusano non ha senso definire finito l’universo e assegnargli un centro nella Terra.
Da ciò deriva che la Terra non è immobile.
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