Crizia è uno dei trenta tiranni che discorre con
Socrate ed Ermocrate. Egli vuole parlare di due grandi città che entrarono in
conflitto tra loro: Atene, l’attuale capitale della Grecia, e Atlantide, città
che per via di cataclismi si inabissò e diede il nome al Mar Atlantico. L’Atene
da lui descritta è una città mitologica. Infatti gli dei patroni di Atene erano
Efesto, il fabbro degli dei, e Atena, la dea della sapienza, che diede il nome
alla città. Atlantide era un’isola molto ricca. Vi era poi nel mezzo un monte
sulle cui vette abitava un uomo, Euenore, con la moglie Leucippe, dalla quale
aveva avuto una figlia, Clito, rimasta orfana quando era in età da marito.
Poseidone, il dio del mare, preso da compassione, giacque con lei. Quindi scavò
tutt’intorno un’altura sulla quale dimorava Clito cosicché il monte risultava
inaccessibile agli uomini. Poseidone rese prosperosa quella terra. Poi allevò 5
coppie di gemelli e suddivise l’isola di Atlantide in 10 parti, ciascuna delle
quali fu affidata ad uno dei 10 figli. Il vero capo era il più anziano dei
fratelli, che fu chiamato Atlante. Platone parla dell’isola di Atlantide e
delle sue ricchezze. Tra le varie leggi in vigore la più importante era quella
che proibiva ai sovrani di farsi guerra tra di loro. Sembrava un vero e proprio
paradiso terrestre ma improvvisamente vi fu una degenerazione che Zeus, padre
degli dei, punì severamente.
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