Il dialogo affronta la problematica
dell’esistenza delle idee quale substrato del mondo sensibile. Nel “Fedone”
Socrate discetta con due allievi, Fedone ed Echecrate riguardo alla formazione
dell’anima e alla sua permanenza dopo la morte corporale. Dal punto di visto
gnoseologico l’anima allo stato primordiale e non ancora incarnatasi in un
corpo caduco acquisisce le idee nell’Iperuranio e le immagazzina sotto forma di
reminiscenza una volta incarnatasi. Infine Socrate riesce a confutare
l’asserzione dell’annullamento dell’anima dopo la morte in quanto ciò
implicherebbe che la Divinità Omnicreante negherebbe l’esistenza di una sua
creatura destinata alla perfezione.
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