Fedro riferisce a Socrate un discorso
dell’oratore Lisia inerente l’amore, in particolare sull’opportunità di
concedere i propri favori a chi non è innamorato piuttosto che a chi lo sia.
Socrate analizza il discorso partendo dalla distinzione preliminare tra ciò che
è bene e ciò che procura piacere. Socrate parla dell’amore (eros) quale mania
umana tendente al piacere. Accanto alla mania umana, che ricerca il piacere
fine a se stesso e l’interesse contingente, esiste l’amore quale mania divina.
Per comprendere quest’ultima occorre esporre quale sia la natura della vita al
di là dell’esistenza terrena. L’anima degli uomini è tripartita in una parte
razionale, una passionale e una volitiva. Essa può essere rappresentata come
una biga dotata di ali e retta da un auriga che rappresenta la ragione, e da
due cavalli, uno nero ribelle e difficilmente governabile, che si identifica
con l’anima concupiscibile, cioè con i desideri intensi, come quelli derivanti
dalla sessualità o dalla gola, e uno bianco, che rappresenta l’anima
irascibile, costituita dalla volontà e dal coraggio. L’aggressività positiva è
rappresentata dal cavallo bianco, più obbediente alla ragione. Le bighe alate
costituiscono diverse schiere guidate dall’anima di una divinità. Le schiere si
muovono cercando di innalzarsi al di sopra del livello nel quale si trovano,
nell’iperuranio, dove si estende la pianura della verità, che è la sede delle
idee, la cui contemplazione è concessa solo agli dei e a chi, conducendo una
vita retta secondo i principi del bene, è in grado di sollevarsi al di sopra
della condizione media dell’uomo. Ogni anima è soggetta ad un ciclo di
reincarnazione lungo diecimila anni. Solo le anime dei filosofi possono
abbreviare questo ciclo perché riescono a contemplare più a lungo la pianura
della verità, di cui le altre anime riescono solo a cogliere una fugace
impressione. Comunque anche questo breve istante di conoscenza risulta
fondamentale perché lascia nell’anima il ricordo delle idee, una traccia della
verità che può essere recuperata pienamente attraverso la sollecitazione del
ricordo. Tramite tra le idee e l’uno è l’eros, la divina mania, che spinge
l’anima verso ciò che è bello perché la bellezza costituisce un tratto
fondamentale concatenato all’uno. Il filosofo è colui che conosce il vero
significato e la vera funzione di eros, perché è consapevole del legame
esistente tra eros, bellezza e verità.
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