Socrate discute con Filebo e Protarco sulla
ricerca del vero bene in grado di garantire una vita felice partendo dalla
possibilità che esso coincida con il piacere. Protarco afferma che per tutti
gli esseri viventi il bene consiste nel piacere. Socrate obietta che a
qualsiasi voluttà è preferibile l’attività dell’intelligenza. Si deve allora
trovare un’idonea definizione del piacere, il quale si manifesta in molti modi
differenti. Per Socrate i piaceri non sono tutti uguali poiché solo alcuni sono
buoni mentre la maggior parte sono malvagi. Piacere ed intelligenza devono
essere esaminati separatamente poiché non dipendono l’uno dall’altra dal
momento che non sarebbero allora autosufficienti e quindi alla base del vero
bene. Socrate si chiede quale sia il rapporto tra piacere e conoscenza. Egli
distingue la realtà in 4 generi: il finito, l’infinito, il misto tra finito ed
infinito, la causa della mescolanza. Al genere del finito sono ricondotte tutte
le cose che sono determinate in modo preciso come le forme geometriche;
all’infinito corrisponde la molteplicità, cioè tutte le cose che ammettono un
più o un meno, come il caldo e il freddo, che sono quindi senza limite. Il
terzo genere è dato ponendo una misura all’infinito attraverso il limite. Il
quarto genere è la causa della mescolanza cioè è ciò che agisce modellando
tutte le cose mischiando finito e infinito. Tali generi consentono di pensare
in modo non contraddittorio l’esistere delle cose. Piacere e dolore si
collocano nel secondo genere. Infatti essi ammettono gradazioni e pertanto
rientrano nel novero dell’illimitato. La scienza rientra nel quarto genere
poiché richiede la proporzione e l’armonia: nell’uomo esso corrisponde
all’anima, nel cosmo all’intelletto ordinatore. Socrate afferma che non sempre
i piaceri e i dolori sono veri ma, come le opinioni, possono anche essere
falsi. Infatti capitano casi di persone che pensano di provare piacere senza
che ciò avvenga realmente. I malvagi hanno opinioni sbagliate e quindi godono
di piaceri fallaci, mentre ai giusti accade il contrario. Ci sono inoltre
piaceri che nascono dalla conoscenza. Essi sono piaceri puri, che si provano
con l’apprendimento e la contemplazione necessaria. Solo questi possono essere
perseguiti mentre gli altri piaceri a cui è mischiato il dolore non possono
coincidere con il bene perché partecipano al suo contrario, cioè al male.
Socrate procede la discussione analizzando la scienza. Come per i piaceri anche
tra le scienze occorre distinguere separando le arti pure dalle impure, le
quali procedono per congettura ed esperienza di chi le pratica. La più elevata
forma di conoscenza è la dialettica, in grado di investigare la chiarezza, la
precisione e il massimo grado di verità.
|