Socrate chiede al rapsodo Ione di decantare i
versi di Omero, Esiodo ed Archiloco. Ione risponde di essere in grado di
recitare solo i versi di Omero. Socrate afferma che un rapsodo veramente
esperto dovrebbe parlare indifferentemente di qualsiasi poeta. Ione è d’accordo
ma ammette i suoi limiti. Socrate afferma che nel processo poetico è la Musa ad
ispirare il poeta: quando compone poesia egli non è in sé ma è ministro della
dea stessa. Ione afferma però che egli ha scienza di qualcosa del contenuto poetico
di Omero. Socrate controbatte che l’arte poetica verte su oggetti specifici che
non sono di competenza del poeta. Per il filosofo la rapsodia non è un’arte ma
è un’ispirazione divina.
|