Socrate incontra Ippotale, Ctesippo e altri
giovani, i quali lo invitano ad unirsi a loro per accompagnarli al Ginnasio e
discutere insieme. Socrate afferma che non è bene lodare un amato prima di averlo
conquistato poiché in questo modo lo si insuperbisce. Viceversa bisogna lodare
qualcuno solo dopo averne ottenuto i favori. La domanda di Socrate circa chi
sia il più bello tra loro è soddisfatta quando incontra Liside, il quale si
unisce al gruppo. Così Socrate interroga il ragazzo per saggiare la sua nobiltà
d’animo. Socrate allora introduce il tema dell’amicizia: il filosofo afferma
che essa è uno dei beni più belli che si possa desiderare. Socrate chiede a
Menesseno, che si è unito al gruppo, di spiegare come una persona diventi amica
di un’altra. Per Menesseno l’amicizia coincide con l’amore. Socrate obietta
però che tale sentimento non sempre è corrisposto da chi è amato. Socrate
afferma che un individuo può essere amico solo di un altro a lui simile.
Tuttavia tra il buono e il cattivo esiste una via intermedia tra i due. Infatti
chi aspira al bene e al bello non è in sé né buono né cattivo poiché se
possedesse già in sé il bene non desidererebbe possederlo. Così, amico del
buono non può essere un altro buono poiché gli sarebbe simile, né uno cattivo,
che gli è opposto, ma uno che non è né buono né cattivo.
|