Socrate incontra il giovane Menesseno in un luogo
dove si sta decidendo quale oratore dovrà tenere, durante i funerali pubblici,
il discorso in onore dei caduti in una battaglia. Socrate osserva con ironia
che i funerali di Stato permettono anche a gente da poco di avere un funerale
pomposo. Menesseno invita allora Socrate a tenere un epitaffio migliore di
quello che scriverebbe un oratore professionista. Socrate fa quindi l’elogio di
Aspasia, amica sua e di Platone nonché moglie di Pericle.
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