Il dialogo riporta una conversazione tra
Parmenide, Zenone e Socrate tenutosi ad Atene. Zenone critica la concezione
dell’esistenza di una molteplicità degli enti. Per il filosofo tale asserzione
è fallace poiché se gli enti fossero molteplici si negherebbe l’unità
intrinseca dell’essere in quanto tale. Socrate obietta che non sussiste alcuna
contraddizione, in quanto un ente può essere dissimile da un altro ente pur
conservando l’essenza del suo principio vitale. Parmenide invece obietta a Zenone
l’asserzione circa la natura delle idee. In particolare egli pone attenzione
alle obiezioni seguenti: 1) l’inconfutabilità della partecipazione di una idea
al nucleo fondante di un’altra idea, sia essa sensibile o insensibile 2)Non è
veritiera l’inconoscibilità delle idee quali entità in sé, dal momento che esse
si collocano sul medesimo piano ontologico, in quanto l’incorporeità non
pregiudica la formulazione del giudizio razionale di colui che ricerca la
verità.
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