Amsterdam, 24 novembre 1632 – L'Aia, 21 febbraio 1677, Olanda
Stoccarda 1770- Berlino 1831
L’idealismo tedesco, che ha come suoi esponenti Ficthe e Schelling, ha come suo massimo rappresentante Hegel.
Alla base della sua filosofia c’è il concetto di dialettica e di realtà come processo.
La realtà è un divenire per cui i concetti tradizionali di sostanza e di soggetto sono inadeguati a spiegarla.
Hegel non accetta il rifiuto Romantico della scienza e critica il ricorso all’intuizione.
Egli riforma il modo tradizionale di intendere il concetto cioè pone le basi per una riforma della logica.
Il concetto è sostanziabile in un movimento concettuale cioè a un processo di pensiero che ad ogni
concetto assegna la sua parte di verità.
Per movimento concettuale Hegel intende la dialettica, che consta di tre momenti: la TESI, l’ANTITESI e la SINTESI.
La Tesi svolge la funzione della pura posizione del concetto.
Tale posizione comporta anche un’Antitesi, cioè una negazione.
Tesi ed antitesi sono entrambe parziali ed astratte.
Solo la loro unità, cioè la Sintesi, consente di comprendere la verità nella sua essenza totale, di cui tesi ed antitesi sono parte.
Il metodo hegeliano è denominato DIALETTICA DEGLI OPPOSTI poiché la tesi e l’antitesi sono fra loro opposte (come ad esempio l’Io ed il Non – Io di Fichte)
La negazione è il momento centrale della dialettica hegeliana ed è la via per giungere alla verità.
La tesi ha in sé stessa anche la propria negazione.
Ad esempio nel PRINCIPIO DI IDENTITA’ l’uguaglianza tra A ed A implica anche la loro differenza, cioè A non è A, cioè l’antitesi.
E’ da precisare che la negazione dialettica è sempre una negazione determinata cioè negazione della tesi e della sua parzialità e non negazione assoluta.
LA SINTESI, che è il terzo momento della dialettica, accoglie in sé sia la tesi che l’antitesi e facendo così la rende vera: i due A sono diversi in quanto uguali e uguali in quanto diversi.
La sintesi tiene unito in sé tutto il movimento del concetto A, cioè della negazione determinata e della scoperta della sua complementarietà.
E’ compito della ragione cogliere il movimento del concetto superando la fissità dei meri concetti astratti.
Per Hegel il reale è razionale ed il razionale è reale in quanto il pensiero, cioè la ragione, non è estraneo alla realtà ma ne è il compimento.
La triade concettuale (tesi, antitesi e sintesi) esprime il movimento stesso della realtà.
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