JEAN- JACQUES ROUSSEAU

Amsterdam, 24 novembre 1632 – L'Aia, 21 febbraio 1677, Olanda Ginevra 1712- Ermenonville, presso Senlis 1778
 
Il filosofo è accomunato con gli Illuministi dalla condivisione della irrinunciabilità dell’uso della ragione, intesa come tentativo di trasformare la spontaneità dello stato di natura in conquista consapevole nonché il suo intento pedagogico manifestato nell’opera “L’Emilio”. Per Rousseau l’uomo è naturalmente buono ma a causa delle istituzioni esso diventa malvagio. Le scienze e le arti non sono fonte di progresso ma sono causa di degenerazione e corruzione della società poiché esse hanno sempre origine dai vizi umani. Rousseau si chiede se le arti e le scienze siano causa della corruzione dei costumi in sé stesse o non siano piuttosto espressione di un potere corrotto, che se ne serve per imporre la tirannide. Da ciò ne consegue la contrapposizione tra stato di natura, incolto ma libero e spontaneo, e lo stato civile, colto e raffinato ma corruttore di costumi e della libertà. Lo stato di natura è caratterizzato da un equilibrio perfetto tra i bisogni dell’uomo, i suoi desideri e le risorse di cui dispone e ciò gli dà la felicità. Egli ha un sentimento di pietà nei confronti dei suoi simili più accentuato nello stato di natura che nello stato di ragione. Con la recinzione dei terreni ed il dominio esclusivo della terra ad opera di pochi nacque la società civile che modificò i rapporti tra gli uomini. Lo Stato e le leggi furono strumenti atti a perpetuare quella disuguaglianza tra gli uomini che il diritto di proprietà aveva stabilito. Quanto detto è in contrasto con la fede illuministica sul valore del progresso e sulla sostanziale capacità dell’uomo di costruire con la ragione una società giusta e libera. Con il Contratto sociale per Rousseau si può trovare una forma di associazione che difende e protegge la persona ed i suoi beni affinché essa, pur unendosi a tutti, non obbedisca tuttavia che solo a sé stessa e resti libera come prima. Il Contratto sociale si propone di progettare un sistema di istituzioni civili che non corrompa la natura umana, con “L’Emilio” il filosofo si propone di intervenire sullo sviluppo dell’uomo in un ambiente sociale corrotto e degenerato. Tre sono gli agenti educatori che intervengono sullo sviluppo dell’individuo: la natura, gli uomini e le cose. Rousseau propone un’educazione “negativa”, cioè che mira al perfezionamento degli organi strumento della nostra conoscenza e che prepara alla ragione mediante l’esercizio dei sensi. Non inculca nessuna virtù ma previene il vizio, non insegna la verità ma preserva dall’errore, prepara il fanciullo a ciò che lo conduce al vero quando sarà capace di comprenderlo e al buono quando sarà capace di amarlo.
Bibliografia: PERONE-FERRETTI-CIANCIO “STORIA DEL PENSIERO FILOSOFICO”
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