Amsterdam, 24 novembre 1632 – L'Aia, 21 febbraio 1677, Olanda
Leomberg, nel Wurttemberg 1775- Ragaz, in Svizzera 1854
Secondo Schelling c’è un’evidente antitesi tra l’Assoluto ed il mondo finito poiché il primo è identità assoluta ed il secondo è dualismo di soggetto ed oggetto irriducibile ad unità.
Il filosofo precisa che l’Assoluto è lo Spirito, che non è né finito né infinito ma è l’originaria unione dell’infinità e della finitezza.
Esso è incondizionato, non ha nulla fuori di sé, ha in sé la soggettività e l’oggettività e cioè l’idealità e la realtà.
Il pensiero filosofico di Schelling si evolve con la filosofia della Natura o naturalismo.
Con essa si oppone al meccanicismo illuministico di origine newtoniana.
La recente scoperta dei fenomeni elettromagnetici e i progressi della biologia inducono a teorizzare l’esistenza di forze nella Natura.
La Natura per Schelling è un processo che procede dall’inconscio e giunge al conscio, cioè allo Spirito, attraverso una serie di formazioni sempre più complesse.
Tale processo si sviluppa mediante la tensione di forze contrapposte come quanto si verifica tra i due poli del magnete.
Riferendosi espressamente a Giordano Bruno, egli afferma che ogni formazione della Natura è “natura naturata” che trae origine dalla “natura naturans”.
Comprendere la Natura significa mostrare l’evoluzione delle sue forme, dove è la forma più complessa a spiegare quella più semplice e non viceversa.
Per Fichte la Natura era puro “Non-Io” cioè riflesso passivo dell’attività dell’”Io”, per Schelling invece essa è spontaneamente creatrice e intimamente spirituale.
Secondo Schelling il principio originario non è né “Io” né “Non-Io”, né soggetto né oggetto, ma l’unità ancora indifferenziata di entrambi.
Secondo il pensiero di Schelling denominato “idealismo estetico”, solo l’arte può ricomporre l’unità assoluta e l’identità di “Io” e “Non- Io”, mostrando l’identità tra Spirito e Natura.
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