Giambattista Vico

Napoli, 23 giugno 1668 – Napoli, 23 gennaio 1744, Italia

Vico critica il criterio di verità di Cartesio, che consiste nell’evidenza dei fatti naturali ed afferma in sua vece il criterio della conoscenza causale che è acquisibile solo dall’autore del fatto in questione (verum ipsum factum). Da ciò deriva che l’uomo può avere la Scienza solo dalla Storia in quanto sua creazione. La Storia è sintesi di certo (constatazione del fatto) e di vero (comprensione razionale di esso cioè comprensione filologica e filosofica). La Storia è “Scienza nuova”, la quale, partendo dai fatti, ricerca e stabilisce la legge universale cui essi obbediscono, legge fondata nella natura stessa della mente umana. La mente umana si sviluppa dal puro sentire per approdare al predominio della fantasia fino a quello della ragione. La Storia conosce il succedersi di 3 cicli: l’età primitiva o degli dei, quella poetica o degli eroi ed infine quella civile o degli uomini. L’azione della Provvidenza guida il progresso storico. La Storia di una Nazione giunta al suo culmine conosce un arresto ed un regresso denominato da Vico “barbarie della ragione”, che dà inizio ad un nuovo ciclo secondo la legge dei corsi e ricorsi della Storia stessa.
Bibliografia: PERONE-FERRETTI-CIANCIO “STORIA DEL PENSIERO FILOSOFICO”
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