Carissimi,
sono stata sollecitata dall'intervento della cara collega Stefania Parisi,
e vorrei aggiungere un altro tassello alla visione della morte
che trapela nell'ultimi momenti della vita del grande filosofo ateniese e
che è quello che Nietzsche riporta ne La nascita della tragedia: il sogno
di Socrate, e cioè il rimpianto di non essersi dedicato al mithos (la
traduzione greca ci dà come significati mito, leggenda, favola ma anche
come intreccio della tragedia e quindi per certi versi anche
musica, che è quello a cui si riferisce Nietzsche); il
dissolutore della tragedia ne diventa addirittura il mancato cantore. Cosa
può suggerirci questo monito incrociato di due filosofi solo
apparentemente distanti ? Con i ragazzi delle classi quinte, con i quali
abbiamo discusso proprio i contenuti dell'opera nicciana, ci è venuto
spontaneo considerare che la morte in quanto ultima linea
rerum deve servire a valorizzare al massimo la vita e i suoi aspetti
più pieni e densi. Vorrei invitare Romina e Giacomo a mandare il loro
contributo a questo forum in quanto il commento che hanno fatto alla
pittura del maestro Viscione [ al liceo Gandhi abbiamo il
vezzo di esprimere per iscritto le emozioni che le opere del
preside ci stimolano !]; mi sembra che le loro parole possano essere
significative proprio a questo proposito. Un affettuoso saluto a tutti e
un invito a partecipare.
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