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ENCICLICA DEUS CARITAS EST

Un problema di linguaggio
Benedetto XVI si sofferma sul significato della parola 'amore'. L'amore assume diversi significati nella vita umana: amore per il prossimo, per Dio, per il lavoro, per la patria, l'amore tra uomo e donna. Quest'ultimo, scrive il Papa, è 'l'archetipo di amore per eccellenza', un amore in cui corpo ed anima si uniscono per realizzare una promessa di felicità. Benedetto XVI si pone questa domanda : "E' possibile unificare queste forme di amore cioè l'amore, pur presentandosi in forme diverse, è unico ?" Nei paragrafi successivi viene data una risposta.
Eros ed agape - disuguaglianza ed unità
L'antica Grecia usa la parola eros per identificare l'amore tra uomo e donna. L'Antico Testamento usa la parola eros due volte, il Nuovo Testamento non la usa mai preferendo la parola agape e philia ( amore di amicizia - Vangelo di Giovanni ). Dall'illuminismo si è incominciato a criticare il cristianesimo sostenendo che i comandamenti ed i divieti hanno soppresso l'eros facendolo degenerare in vizio. Tra i teorici di questa ipotesi c'è il filosofo tedesco Nietzsche. I greci considerano l'eros una forza divina che vincendo la ragione, fa sperimentare all'uomo la 'più alta beatitudine'. A questa idea di eros si associa il culto della fertilità legato alla prostituzione 'sacra' dei templi. L'Antico Testamento rifiuta questa divinizzazione dell'eros che porta l'uomo non all'ascesa verso il Divino ma ad una degradazione e perdita di dignità : la prostituta non viene considerata un essere umano ma uno strumento per la 'passione divina' e ciò è solo uno sterile abuso. L'eros quindi ha bisogno di disciplina e di purificazione per ottenere la beatitudine a cui l'uomo tende. La relazione tra amore e divino sta nel fatto che l'amore promette eternità. L'essere umano è costituito da corpo ed anima, l'eros acquista dignità e valore quando si raggiunge l'unificazione di questi due elementi. Non si può amare solo con il corpo rinnegando lo spirito, non si può rifiutare la carne esaltando lo spirito come unico elemento dell'esistenza umana. Benedetto XVI si chiede come deve esser vissuto l'amore per realizzare la sua promessa umana e divina. Nel libro 'Cantico dei Cantici' dell'Antico Testamento, vengono utilizzate due parole per indicare l'amore : 'dodim' che vuol dire amore insicuro che vive in uno stato di ricerca indeterminata e 'ahabà' tradotto in 'agape' che vuol dire scoperta dell'altro. Nell'agape si abbandona l'atteggiamento egoistico caratterizzato dalla ricerca solitaria della felicità che ci dà l'amore. L'agape spinge l'uomo a vedere il bene della persona amata a costo di rinunce e sacrifici. In questo senso l'amore acquisisce due elementi che lo potenziano e lo elevano : l'esclusività nel senso di amare un'unica persona e l'eternità nel senso di estasi non in un momento occasionale di ebrezza ma per sempre. Otteniamo con ciò una precisa collocazione temporale dell'amore : non più il momento ma l'amore definitivo di tutta l'esistenza umana. Benedetto XVI cerca di analizzare il concetto di amore espresso dalla Bibbia e dalla tradizione della Chiesa. Da un'analisi approssimativa del dibattito teologico - filosofico si attribuisce alla cultura cristiana l'amore come agape detto anche discendente o oblativo cioè l'amore fondato sulla fede ed alla cultura greca si associa l'amore ascendente, bramoso e possessivo cioè l'eros. Le due concezioni d'amore, dice il Papa, non possono esistere separatamente. L'eros nasce come desiderio di ottenere la propria felicità e si trasforma gradualmente in agape per cercare di realizzare la felicità dell'altro. Quindi si passa dal desiderio di avere a quello di donare. L'eros perde significato senza la trasformazione in agape ma l'amore discendente non può esistere da solo perché l'uomo deve anche ricevere. Quindi la fede biblica accetta le due dimensioni dell'amore ed interviene nell'originaria ricerca umana di amore e la purifica.
La novità della fede biblica
La novità si sintetizza in due punti : esiste un unico Dio e Dio ama l'uomo. La 'potenza divina' di cui ci parla Aristotele viene semplicemente amata, il Dio della cultura cristiana invece ama l'uomo e viene amato quindi il suo amore è insieme eros ed agape. Dio sceglie Israele, popolo eletto, e lo ama per 'elevare' il mondo intero. La metafora del fidanzamento e del matrimonio viene utilizzata dal Cristianesimo per rappresentare il rapporto tra Dio ed Israele. Si va contro Dio accettando l'adulterio e la prostituzione. C'è quindi una posizione precisa di condanna riguardo ai culti della fertilità della cultura greca in cui c'era un abuso dell'eros. L'amore di Dio per l'uomo è donato gratuitamente ed è un amore che perdona. Il mistero della Croce è un atto d'amore: Dio si è fatto uomo e muore per noi. Alla visione metafisica di Dio legata alla definizione di origine dell'esistenza, dobbiamo associare la definizione di amante, amante dell'uomo e di tutte le sue creature. Nel racconto biblico della Creazione troviamo la solitudine e l'incompletezza dell'uomo, Adamo, a cui Dio dona un aiuto, la donna. Nel mito di Platone , la completezza e l'autosufficienza erano state tolte all'uomo per punirlo della sua superbia. Nella Bibbia non c'è questa idea ma rimane il concetto di ricerca della completezza tramite la comunione con l'altro sesso. L'eros porta l'uomo al matrimonio per realizzare l'unicità e la definitività dell'amore. Il Cristianesimo associa quindi il Dio monoteistico al matrimonio monogamico. Il rapporto tra Dio ed il suo popolo equivale ad un matrimonio che realizza l'amore cristiano esclusivo e definitivo.
Gesù Cristo - l'amore incarnato in Dio
Nel Nuovo Testamento troviamo la prova che Dio è amore perché tramite Gesù, Dio si dona per salvare l'umanità. Gesù nell'Ultima Cena ,dona del pane e del vino ai discepoli, anticipando simbolicamente la donazione del suo corpo e del suo sangue come atto d'amore oblativo e l'uomo è reso partecipe di questa azione. Nel mondo antico il vero nutrimento dell'uomo è il Logos, la sapienza eterna, con il Nuovo Testamento l'uomo riceve il Logos incarnato che lo unisce profondamente a Dio. Unione con Cristo vuol dire unione con gli altri ai quali Dio si dona. L'agape di Dio arriva a noi e continua attraverso di noi. Nel significato dell'Eucarestia troviamo il concetto dell'essere amati e dell'amore verso gli altri. Con le parabole di Gesù, l'amore verso il prossimo si universalizza richiedendo all'uomo una responsabilità diretta e concreta. Nella parabola del Giudizio Finale, l'amore diventa criterio di decisione sul valore della vita umana.
Amore di Dio e amore del prossimo
Benedetto XVI ci presenta in questo paragrafo due obiezioni di cui l'uomo vorrebbe dare una risposta: la prima è se sia possibile amare Dio anche se non si vede, la seconda è se l'amore si può comandare. L'amore , se c'è, non può esser creato dalla volontà e l'amore di Dio è possibile e richiesto esplicitamente nella Prima lettera di Giovanni in cui viene evidenziato il collegamento diretto tra amore di Dio ed amore del prossimo. L'amore per il prossimo è una strada per incontrare anche Dio. L'amore di Dio è reso visibile tramite Gesù , il cammino degli Apostoli e le comunità dei credenti. Dio ci ha amati per primo, continua ad amarci e noi possiamo ricambiare con l'amore. L'amore non è un sentimento che può avere carattere temporaneo, l'amore è ciò che coinvolge l'uomo nella totalità delle sue funzioni, pensiero e volontà. L'amore segue un percorso di maturazione che parte dal riconoscimento del Dio vivente ed arriva ad unificare la nostra volontà con la volontà di Dio; questo intimo incontro con Dio ci porta la gioia. Non possiamo amare Dio e trascurare l'amore per il prossimo: avremmo un rapporto con Dio corretto ma senza amore. Raggiunto l'intimo incontro con Dio posso amare anche la persona che non conosco perché la vedo 'secondo la prospettiva di Gesù'. L'amore cresce attraverso l'amore : l'amore viene da Dio , ci unisce a Dio e viene donato al prossimo.
COMMENTO
Nella società del XXI secolo, l'amore legato all'eros ed alla corporeità viene presentato dai mezzi di comunicazione di massa come cinema, televisione e carta stampata, in maniera persistente , una specie di bombardamento mediatico. C'è anche però una scoperta del misticismo che ha visto lo sviluppo di gruppi religiosi ed ha favorito il successo di grossi eventi di tipo mistico-religioso come i pellegrinaggi alla Madonna di Medjugorje o al santuario di padre Pio. Il messaggio del Papa vuole conciliare questi due mondi, il reale-corporeo ed il mistico, così diversi tra loro ma così necessariamente complementari. L'uno ha bisogno dell'altro perché così è l'uomo, corpo ed anima, eros ed agape. L'agape nobilita l'eros togliendo l'aspetto egoistico che tende ad ottenere la propria felicità permettendo il graduale passaggio tra il voler ricevere al voler dare e modificando la collocazione temporale dell'amore dall'occasionale all'eterno. Interessante anche il confronto tra l'amore di Dio del Cristianesimo e la potenza divina degli antichi greci; quest'ultima veniva solo amata dall'uomo, nel Cristianesimo Dio è amato ed ama l'uomo quindi convergono in Dio eros ed agape e l' assunzione della croce da parte di Cristo è un atto d'amore per noi.
Sergio Maccari
Bibliografia: Deus Caritas est, Enciclica di Benedetto XVI, Libreria Editrice Vaticana
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