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IL CONCETTO DI CORPOREITA’ NELLA PERCEZIONE DELL’HOMO SAPIENS

La concezione di corpo usata dall’uomo nel suo diverso approcciarsi alle discipline di pensiero varia da caso a caso ma è possibile evidenziare una struttura di base che accomuna i diversi usi che l’uomo fa del suo intelletto. In estrema sintesi, il corpo è la struttura di base, il contenitore nel quale l’homo sapiens colloca gli elementi tangibili del suo pensiero, idonei ad essere rappresentati all’esterno della sua mente e perciò comunicati agli altri esseri umani. Per fare degli esempi, possiamo fare riferimento a tre discipline dell’intelletto umano: l’arte, la storia e la teologia. Nell’arte figurativa, il materiale usato e lo spazio prescelto formano il ‘corpo’ nel quale l’artista colloca l’’anima’ della sua creazione, dove per anima si intende la percezione impressa nella sua mente dalla realtà a lui circostante. Nella musica, la scala armonica e la chiave prescelta formano il ‘corpo’ dell’agglomerato di suoni che il musicista intende esprimere per oggettivare la sua sensibilità. Nella poesia, la parola e la sua posizione nel contesto complessivo dell’opera poetica formano il corpo di un unico spirito, che dall’inizio fino alla chiusura del poema esprime il battito dei sentimenti che l’autore prova di fronte ad un particolare evento morale e/o intellettuale. Diverso è il discorso per la storia. In tal caso il corpo storico di un’opera è il raggio di azione temporale e spaziale prescelto dall’autore secondo il suo insindacabile giudizio, in merito a ciò che culturalmente va evidenziato e tramandato alle nuove generazioni. Riguardo la teologia, infine, il corpo è vissuto secondo la modalità di ricerca della divinità. L’opera teologica è preghiera o testo dotto secondo che si dia la prevalenza all’’io’ interrogante o all’’io’ pensante. La sua anima, tuttavia, è sempre la medesima: il comune e forte sentire della fede.
Fabio Maccari
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