Il tema di quest’anno offre spunti di riflessione sui principi della convivenza applicabile alla sfera familiare, lavorativa e sociale.
Perché gli uomini/le donne si incontrano?
Si incontrano per condividere interessi comuni, condividere passioni ed emozioni.
Incontrarsi vuol dire stare bene insieme, ancor meglio se ci sono interessi comuni. Abbiamo tante situazioni per realizzare ciò: incontri pubblici di arte, letteratura, di preghiera, danza e teatro, eventi gastronomici.
Si incontrano per risolvere problemi comuni.
In questo caso c’è la consapevolezza che la risoluzione del problema necessita del dialogo e della collaborazione di più persone. Alcuni esempi di incontro sono le riunioni di condominio, le riunioni scolastiche, gli incontri dove si discutono problematiche politico-sociali.
Si incontrano per innamorarsi.
Aristofane, nel convito di Platone, tramite il suo racconto mitologico, presenta l’amore come l'unità perduta tra uomo e donna ed il desiderio di ottenerla. L’ uomo/la donna cerca una donna/un uomo in base ad un proprio modello per affrontare la vita insieme e condividere gioie e problemi. Il luogo di incontro con il successivo innamoramento sfugge a qualsiasi programmazione e previsione ed è uno dei misteri della vita. La letteratura, il cinema e l’arte si sono sempre occupati di questo tema affascinante e non smetteremo mai di meravigliarci nel seguire le storie d’amore tra un uomo ed una donna.
Si incontrano per condividere la conoscenza.
Accrescere la conoscenza vuol dire non solo studiare, ricercare ed apprendere dall’esperienza personale ma anche condividere la conoscenza. Nell’atto della condivisione possiamo ottenere un confronto ed un contributo degli altri per conoscere degli aspetti della materia a cui non eravamo arrivati oppure ci dà l’occasione per iniziare ulteriori approfondimenti.
Perché gli uomini non si incontrano?
1 - perché l'egoismo dà l'illusione di poter far tutto da soli
2 - per dominare sugli altri chiudendo ogni forma di dialogo
Il dialogo
Il dialogo socratico prevede l’interazione verbale tra due o più interlocutori alla ricerca della verità.
E’ uno strumento che non è finalizzato ad un punto di arrivo definitivo, piuttosto ad un punto di partenza per un
dibattito successivo.
Platone ha utilizzato il dialogo come genere letterario; nel ventesimo secolo il dialogo è anche pratica filosofica.
La potenza “esplosiva” del dialogo si basa sulla parola e sull’accettazione dell’altro. La parola può esser
persuasiva, conciliante, minacciosa ma nel dialogo ci deve essere sempre il confronto: bisogna dare la possibilità all’altro di esporre la propria tesi, essendo consapevoli che anche la tesi dell’altro possa contenere una parziale verità. Un dialogo “a senso unico” è un monologo utilizzato a fini personali, un dialogo con sole domande è un interrogatorio, volto ad indagare sulla conoscenza di uno dei due interlocutori e non alla condivisione della conoscenza.
I luoghi di incontro.
Ad oggi ci sono due possibilità, due mondi che viaggiano autonomamente.
Nel “mondo fisico” ci sono i locali pubblici dove persone di tutte le età si incontrano per partecipare ad eventi culturali o di intrattenimento.
Nel “mondo virtuale” ci sono gli eventi online tramite i social o altri fornitori di videochat in cui le persone possono interagire stando a casa o in qualsiasi parte del mondo tramite testo, audio e video.
A volte i “due mondi” si integrano come quando l’iscrizione alla partecipazione all’evento prevede anche la partecipazione “virtuale” oppure il flash mob dove le persone si incontrano per una breve manifestazione in un luogo della città le cui coordinate vengono date tramite Internet.
La difficoltà dell'incontro
Incontrarsi non è facile perché richiede una forte motivazione, il desiderio di vedere l’altro che fa superare ogni difficoltà. Per l’incontro virtuale ci voglio degli strumenti con requisiti sufficienti: lo smartphone, una buona connessione per la videochat. Per l’incontro “fisico” la disponibilità a spostarsi visto che i luoghi di incontro non avvengono mai “sotto casa”. C’è poi il fattore “tempo” che spesso mettiamo come elemento di difficoltà che produce l’impossibilità alla partecipazione all’incontro. Quando diciamo “mi dispiace ma non ho tempo” dobbiamo riflettere sul perché non abbiamo tempo: non abbiamo tempo o semplicemente diamo una bassa priorità all’incontro e quindi non siamo interessati? Ci sono giovani che fanno centinaia di chilometri per partecipare ad eventi di musica rock o di ballo come i festival di tango o di swing. In questi casi la difficoltà all’incontro, difficoltà oggettiva, viene superata dalla forte motivazione e predisposizione all’incontro.
Concluderei dicendo che in ambito sociale il dialogo e l’incontro sono elementi essenziali per uno stato democratico, in ambito personale e affettivo sono necessari per affrontare e risolvere i problemi quotidiani.
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